di Francesco Sblendorio

La storia di Franco Strippoli, per trent'anni il volto del calcio pugliese a "90° Minuto"
BARI – Ha commentato per oltre 30 anni le imprese delle squadre pugliesi di serie A e B per una delle trasmissioni sportive più amate e attese della televisione italiana: “90° Minuto”. Parliamo di Franco Strippoli, classe 1950, volto storico della Rai e vera icona per i tifosi di Bari, Foggia e Lecce, che per interi decenni  hanno avuto in lui l’unico cantore televisivo delle gesta sportive della propria squadra del cuore. 

Abbiamo incontrato il giornalista barese nella sua casa di Torre a Mare, dove da circa un decennio si gode la pensione tenendo vivi i ricordi della sua lunga carriera.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

90° Minuto nacque nel settembre del 1970. Qual è stato il percorso professionale che l’ha portata a entrare nella squadra di Paolo Valenti, storico conduttore della trasmissione?

Il calcio è sempre stato protagonista della mia vita. Prima di diventare giornalista ebbi infatti anche una breve carriera da giocatore. Nel 1969-70, da 19enne, fui uno dei quattro ragazzi delle giovanili del Bari aggregati alla prima squadra, all’epoca in serie A. Ma dopo un paio di esperienze non positive con altre società, all’inizio degli anni 70 decisi di lasciare il calcio giocato per dedicarmi totalmente al giornalismo. Nel frattempo avevo iniziato a scrivere per una rubrica diretta da Mario Gismondi per la Gazzetta del Mezzogiorno. Quando questi nel 1972 divenne direttore del Corriere dello Sport mi portò con sé e dal 1973 cominciai a lavorare come inviato per le partite di serie B. Divenuto giornalista professionista nel 1978, la Gazzetta del Mezzogiorno mi affidò la direzione di un tabloid: Anteprima Bari Sport, che usciva nelle domeniche in cui i biancorossi giocavano in casa. Nel 1979 arrivò la chiamata della Rai e nacque così un rapporto durato fino al giugno del 2012. Nel 1980-81 curai le radiocronache per Tutto il calcio minuto per minuto, ma già l’anno dopo debuttai a 90° Minuto. La prima partita che commentai fu Bari-Pistoiese del 18 novembre 1981, in serie B, vinta 1-0 dai toscani.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il suo era un modo di raccontare il calcio completamente diverso da quello di oggi: come si faceva a lavorare senza internet e tecnologie digitali?

Nei primi anni 80 il montaggio delle immagini doveva avvenire necessariamente nella sede regionale della Rai. Quindi se seguivo la partita del Lecce, alla fine del primo tempo mi rimettevo in auto e a tutta velocità tornavo a Bari: i filmati trasmessi da 90° Minuto si riferivano quindi solo ai primi 45 minuti, il resto potevo solo raccontarlo. Un po’ meglio andava se dovevo seguire il Bari allo Stadio della Vittoria, da dove uscivo solo una decina di minuti prima della fine. Per fortuna, già dalla seconda metà degli anni 80, riuscimmo ad avere a disposizione dei furgoni regia fuori dagli stadi in cui poter lavorare al montaggio per fornire un prodotto più completo. D’altronde sentivamo forte la responsabilità di essere i primi, a volte gli unici, a raccontare ai tifosi in tv le partite della loro squadra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


All’epoca infatti c’erano solo 90° Minuto nel tardo pomeriggio e la Domenica Sportiva in serata. E voi telecronisti agli occhi dei tifosi rappresentavate le squadre che seguivate: non c’era il rischio di fare trasparire una simpatia per queste ultime?

Abbiamo sempre cercato di essere molto imparziali e obiettivi. Per esempio ricordo un Bari-Reggina di fine anni 90 o inizio 2000, in cui l’arbitro concesse un rigore ai biancorossi. Durante il commento dissi tranquillamente che si era trattato di un errore, che l’attaccante del Bari in realtà il fallo lo aveva commesso e non subito dal difensore avversario. 

Com’era il rapporto tra gli inviati e Paolo Valenti il quale, fino alla sua morte avvenuta nel 1990, ha diretto il tutto da Roma?

Eravamo una vera squadra, molto compatta. E Paolo Valenti era un vero signore, dava spazio a tutti. Quando un giornale parlava di noi, ci chiamava a Roma così da fare tutti insieme la foto che sarebbe stata pubblicata. È stato lui a farci diventare dei “personaggi” dagli anni 80 in poi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Questa unione nasceva anche dal fatto di condividere un certo stile preciso, pacato, mai urlato, che ha sempre caratterizzato le cronache sportive della Rai…

La scuola Rai è stata fondamentale per la nostra carriera di telecronisti. A Roma frequentammo corsi che affrontavano ogni ambito del lavoro, sempre seguiti da maestri di rilievo come Claudio Ferretti per gli aspetti più giornalistici e Giancarlo Tomassetti per la regia. Avevamo persino un attore come Arnoldo Foà che ci insegnava la dizione e il modo migliore di porsi davanti alle telecamere.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Veniamo alle squadre pugliesi. Per tanti anni ha raccontato le imprese di Bari, Foggia e Lecce. C’è qualche partita che ricorda con più emozione delle altre?

Sicuramente quelle giocate contro le grandi squadre. Possiamo citare le vittorie del Bari contro il Milan del maggio 1991 con doppietta di Joao Paulo e quella contro l’Inter del maggio 1998, grazie ai gol di Nicola Ventola e di Phil Masinga. In entrambi i casi i biancorossi con quei punti ottennero la salvezza in serie A. Ugualmente emozionanti furono gli incontri del Foggia di inizio anni 90, quello di “Zemanlandia” con il tridente Rambaudi-Baiano-Signori. Mentre per il Lecce tra i tanti momenti belli ricordo quelli legati all’era del presidente Jurlano con allenatore Carlo Mazzone e Mimmo Cataldo come direttore sportivo.

E un incontro che invece vorrebbe proprio dimenticare?

Ultima giornata di serie A 1991-92: il Milan già laureatosi campione d’Italia venne a giocare a Foggia. Il servizio sulla partita doveva essere trasmesso per primo proprio perché la squadra di Capello aveva già vinto lo scudetto. Le partite quel giorno iniziarono alle 16.30 e finirono poco prima che cominciasse 90° Minuto. Ebbene, l’incontro terminò 8-2 per il Milan: fu un lavoraccio riuscire a montare i filmati di tutti quei gol in pochissimi minuti per essere pronti in tempo per la trasmissione. Un’esperienza a suo modo indimenticabile, come tutti i gloriosi anni passati a raccontare calcio a 90° Minuto.   

Foto di www.operapadrepio.it


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